DIARIO OSPITI
Francesco e Patrizia
Martedì, 29 Settembre 2015 16:55
Patrizia Francesco
Pico 04/09/2015 – 12/09/2015
Grazie Ursy, per la splendida vacanza passata nell’arcipelago delle Azzorre sull’isola di Pico, in splendida compagnia tua di Jölle e Stefano, è stato BELLISSIMO.
Per tutti gli amanti della natura crediamo che questo tipo di vacanze sia l’ideale, l’emozione e l’adrenalina che abbiamo sentito scorrere nelle nostre vene, durante l’avvistamento dei capodogli e il nuoto con i delfini è qualche cosa di indescrivibile e estremamente rilassante.
L’isola e tutto arcipelago sono circondati da un atmosfera magica quasi surreale.
A Pico si vive a stretto contatto con la natura, apprezzandone anche i suoi capricci e le sue immense bellezze, come si può dimenticare quel magico vulcano, che a volta si degna di spogliarsi dal suo alone di nuvole e apparire in tutta la sua maestosità.
Pico 04/09/2015 – 12/09/2015
Grazie Ursy, per la splendida vacanza passata nell’arcipelago delle Azzorre sull’isola di Pico, in splendida compagnia tua di Jölle e Stefano, è stato BELLISSIMO.
Per tutti gli amanti della natura crediamo che questo tipo di vacanze sia l’ideale, l’emozione e l’adrenalina che abbiamo sentito scorrere nelle nostre vene, durante l’avvistamento dei capodogli e il nuoto con i delfini è qualche cosa di indescrivibile e estremamente rilassante.
L’isola e tutto arcipelago sono circondati da un atmosfera magica quasi surreale.
A Pico si vive a stretto contatto con la natura, apprezzandone anche i suoi capricci e le sue immense bellezze, come si può dimenticare quel magico vulcano, che a volta si degna di spogliarsi dal suo alone di nuvole e apparire in tutta la sua maestosità.
Manuela e Kaj
Domenica, 19 Luglio 2015 15:35
Pico, 27.06.2015 – 05.07.2015
Grazie a Ursy abbiamo trascorso una settimana meravigliosa sull’isola di Pico. La natura è sorprendente, non credo di aver mai visto tante tonalità di verde tutte insieme. Il clima cambia più volte al giorno e ti lasci sorprendere dalla forza della natura, dal paesaggio che ogni volta si trasforma, dall’omonimo vulcano carezzato da nuvole veloci. E poi l’oceano con i suoi capodogli, delfini, tartarughe. Vorrei inoltre ringraziare di cuore il team che ci ha accolto a Pico e che ha reso possibile nuotare con i delfini, vedere i capodogli, visitare l’isola e imparare tante, tantissime cose. Tutti molto flessibili, disponibili e gentili, sempre disposti a rispondere in modo professionale e scientifico alle mille curiosità sul mondo dei cetacei.
Un’esperienza che ripeteremo sicuramente, magari ad aprile per la migrazione delle balene!
Grazie ancora Ursy!! Manuela e Kaj
Grazie a Ursy abbiamo trascorso una settimana meravigliosa sull’isola di Pico. La natura è sorprendente, non credo di aver mai visto tante tonalità di verde tutte insieme. Il clima cambia più volte al giorno e ti lasci sorprendere dalla forza della natura, dal paesaggio che ogni volta si trasforma, dall’omonimo vulcano carezzato da nuvole veloci. E poi l’oceano con i suoi capodogli, delfini, tartarughe. Vorrei inoltre ringraziare di cuore il team che ci ha accolto a Pico e che ha reso possibile nuotare con i delfini, vedere i capodogli, visitare l’isola e imparare tante, tantissime cose. Tutti molto flessibili, disponibili e gentili, sempre disposti a rispondere in modo professionale e scientifico alle mille curiosità sul mondo dei cetacei.
Un’esperienza che ripeteremo sicuramente, magari ad aprile per la migrazione delle balene!
Grazie ancora Ursy!! Manuela e Kaj
Ursula
Martedì, 20 Maggio 2014 17:41
UNA PARTE DI ARTICOLO APPARSO SU " ORIZZONTI" NEL SETTEMBRE 2012
Azzorre: il paradiso dei cetacei!
A quanti sostengono la necessità di luoghi di prigionia come delfinari, acquari o zoo, per la salvaguardia delle specie ivi imprigionate, rispondiamo che al giorno d’oggi ci sono altri modi per conoscere da vicino gli animali, senza negare loro il legittimo diritto alla libertà: anche senza spostarsi da casa i moderni mezzi di comunicazione permettono di approfondire la conoscenza di qualunque specie vivente, ma ci sono anche dei luoghi nel mondo, veri paradisi terrestri, dove è possibile osservare gli animali nel loro ambiente naturale, contribuendo anche alla loro tutela. Tra questi le Azzorre, caratterizzate da una delle più elevate concentrazioni di cetacei di tutto il mondo, il luogo ideale per gli amanti di balene e delfini, per i subacquei ma anche per gli app***onati di trekking e Bird Watching; per una vacanza lontana dagli stereotipi tipici del turismo di massa.
Appartenente al Portogallo, l’arcipelago delle Azzorre è costituito da 9 isole di origine vulcanica che si estendono per oltre 600 chilometri nel cuore dell’oceano Atlantico tra l’Europa continentale e il Nord America. Questa posizione privilegiata conferisce alle isole un clima mite durante tutto l’anno, ma molto variabile: non è raro sperimentare le quattro stagioni in una sola giornata! Le precipitazioni sono abbondanti e il tasso di umidità elevato (luglio è il mese più secco), ma questo consente di ammirare una natura sempre rigogliosa e dai colori incredibilmente intensi. L’arcipelago non può essere però considerato una desti***one tipicamente balneare: in molte isole le poche spiagge sono di sabbia scura, tranne quelle di Santa Maria che sono numerose e chiare. Grazie all’influsso della Corrente del Golfo, la temperatura dell'acqua nei mesi estivi è di circa 26°C e non scende al di sotto dei 20°C nemmeno in primavera e in autunno.
Il periodo migliore per visitare le Azzorre è quello compreso tra marzo e settembre: più di 20 specie diverse di balene e delfini frequentano in questi mesi le acque ricche di pesce e di krill che circondano l’arcipelago, o vi passano lungo le loro rotte di migrazione, cosa che in passato ha reso la caccia alla balena un’attività importante in molte delle isole delle Azzorre. Interrotta nel 1987, in accordo con la moratoria inter***onale, la caccia fu in particolare rivolta verso i capodogli, i grandi cetacei più frequenti in queste acque, che venivano uccisi per estrarne l’ambra grigia, utilizzata in profumeria per fissare le essenze, e per il grasso che veniva trasformato in olio combustibile per le lampade. La carne (al contrario di quella di altre balene) non aveva in genere un utilizzo alimentare per gli umani ma veniva usata, invece, per produrre mangimi per allevamenti e fertilizzanti agricoli. La caccia alle balene fortunatamente non ha mai rappresentato un’attività economica prevalente, sulle isole. I cacciatori erano contadini a tempo pieno che, quando uno sventurato gruppo dava segno di sé, lasciavano i campi e, su imbarcazioni a remi o a vela, si lanciavano nella cattura. Ciò nonostante le baleniere battenti bandiera straniera, in oltre un secolo di attività, hanno compiuto veri e propri massacri mettendo a serio rischio la sopravvivenza di alcune specie.
A partire dal 1989 sull’isola di Pico questa barbara attività è stata convertita in un’attività economicamente, ecologicamente ed eticamente più sostenibile: l’osservazione dei cetacei in mare aperto (Whale Watching), diffusa poi anche alle isole di São Miguel e Faial. Alcuni ex balenieri sono diventati, oggi, i più strenui difensori di queste specie marine: dalle loro torrette a terra avvisano le società di Whale Watching, a cui il ministero ha fornito lo speciale permesso per operare sulle isole, sulla presenza dei cetacei e sulla loro posizione e vigilano affinché le spedizioni non arrechino disturbo agli animali. Un esempio di riconversione che altri Paesi nel mondo, dove la caccia è ancora permessa per scopi pseudo “scientifici” ma di fatto puramente economici, dovrebbero seguire!
L’incontro nel loro habitat naturale con balene e delfini è una delle esperienze più incredibili che si possano vivere, ma a Pico è possibile anche immergersi nell’oceano insieme ai delfini, fare immersioni con gli squali, vedere tartarughe marine, marlin o altri pesci, e praticare Bird Watching. Durante le uscite di Whale Watching l’uccello marino che più facilmente si può avvistare, oltre al gabbiano, è la Berta maggiore che trascorre la maggior parte della giornata in mare e torna sulla terra ferma solo a tarda sera: ed è di notte che è possibile ascoltare il suo incredibile richiamo, che, mescolato allo sciabordio delle onde, evoca il canto delle sirene di omerica memoria.
Ogni uscita in mare aperto è preceduta da un briefing per far conoscere ai turisti i comportamenti corretti da tenere e le abitudini dei cetacei e questo permette lo sviluppo di un turismo più consapevole. Alcuni operatori di Whale Watching, inoltre, come ad esempio la Cetacean Watching Lda (CW Azores) di Pico, affiancano alla promozione del turismo consapevole anche attività di ricerca per la conservazione della cetofauna locale e offrono stage a studenti di scienze biologiche o naturali.
Incontrare gli animali in libertà permette di imparare a rispettarli; ecco cosa può insegnare una vacanza alle Azzorre.
Natascia Gamba
CETACEI A PICO
DA INIZIO MARZO A META' MAGGIO
La stagione inizia a marzo, con il passaggio delle grandi balene migratorie. Tra di esse la Balenottera azzurra, l'animale più grande che abbia mai abitato il nostro pianeta!
Oltre alle balenottere, certo l'incontro con il Capodoglio e con molte specie di delfini.
DA METÀ MAGGIO A FINE GIUGNO
Il sovrano incontrastato è il Capodoglio, che si immerge a profondità abissali per cacciare i calamari, tra cui il leggendario calamaro gigante. Anche se con frequenza minore, si possono incontrare le balenottere.
Verso fine giugno, arrivano a Pico con i loro piccoli le Stenelle maculate atlantiche, delfini particolarmente noti per socievolezza e giocosità! Con loro sono cinque le specie di delfini con cui è consentito nuotare. Le altre 4 sono il Tursiope, il Delfino comune, la Stenella striata e il Grampo.
LUGLIO E AGOSTO
Le femmine di Capodoglio danno alla luce i piccoli che, alla nascita, sono lunghi "appena" 4 metri! Anche i delfini hanno i piccoli. Proprio in questo periodo alcuni dei cetacei meno conosciuti raggiungono le isole: sono i misteriosi Zifidi!
SETTEMBRE E OTTOBRE
Gli avvistamenti dei Capodogli sono sempre all'ordine del giorno. Tutti i delfini sono ancora presenti e la temperatura dell'acqua è ancora vicina ai suoi valori m***mi. È l'occasione per chi ama la tranquillità e preferisce evitare di andare in vacanza nel periodo di punta.
Azzorre: il paradiso dei cetacei!
A quanti sostengono la necessità di luoghi di prigionia come delfinari, acquari o zoo, per la salvaguardia delle specie ivi imprigionate, rispondiamo che al giorno d’oggi ci sono altri modi per conoscere da vicino gli animali, senza negare loro il legittimo diritto alla libertà: anche senza spostarsi da casa i moderni mezzi di comunicazione permettono di approfondire la conoscenza di qualunque specie vivente, ma ci sono anche dei luoghi nel mondo, veri paradisi terrestri, dove è possibile osservare gli animali nel loro ambiente naturale, contribuendo anche alla loro tutela. Tra questi le Azzorre, caratterizzate da una delle più elevate concentrazioni di cetacei di tutto il mondo, il luogo ideale per gli amanti di balene e delfini, per i subacquei ma anche per gli app***onati di trekking e Bird Watching; per una vacanza lontana dagli stereotipi tipici del turismo di massa.
Appartenente al Portogallo, l’arcipelago delle Azzorre è costituito da 9 isole di origine vulcanica che si estendono per oltre 600 chilometri nel cuore dell’oceano Atlantico tra l’Europa continentale e il Nord America. Questa posizione privilegiata conferisce alle isole un clima mite durante tutto l’anno, ma molto variabile: non è raro sperimentare le quattro stagioni in una sola giornata! Le precipitazioni sono abbondanti e il tasso di umidità elevato (luglio è il mese più secco), ma questo consente di ammirare una natura sempre rigogliosa e dai colori incredibilmente intensi. L’arcipelago non può essere però considerato una desti***one tipicamente balneare: in molte isole le poche spiagge sono di sabbia scura, tranne quelle di Santa Maria che sono numerose e chiare. Grazie all’influsso della Corrente del Golfo, la temperatura dell'acqua nei mesi estivi è di circa 26°C e non scende al di sotto dei 20°C nemmeno in primavera e in autunno.
Il periodo migliore per visitare le Azzorre è quello compreso tra marzo e settembre: più di 20 specie diverse di balene e delfini frequentano in questi mesi le acque ricche di pesce e di krill che circondano l’arcipelago, o vi passano lungo le loro rotte di migrazione, cosa che in passato ha reso la caccia alla balena un’attività importante in molte delle isole delle Azzorre. Interrotta nel 1987, in accordo con la moratoria inter***onale, la caccia fu in particolare rivolta verso i capodogli, i grandi cetacei più frequenti in queste acque, che venivano uccisi per estrarne l’ambra grigia, utilizzata in profumeria per fissare le essenze, e per il grasso che veniva trasformato in olio combustibile per le lampade. La carne (al contrario di quella di altre balene) non aveva in genere un utilizzo alimentare per gli umani ma veniva usata, invece, per produrre mangimi per allevamenti e fertilizzanti agricoli. La caccia alle balene fortunatamente non ha mai rappresentato un’attività economica prevalente, sulle isole. I cacciatori erano contadini a tempo pieno che, quando uno sventurato gruppo dava segno di sé, lasciavano i campi e, su imbarcazioni a remi o a vela, si lanciavano nella cattura. Ciò nonostante le baleniere battenti bandiera straniera, in oltre un secolo di attività, hanno compiuto veri e propri massacri mettendo a serio rischio la sopravvivenza di alcune specie.
A partire dal 1989 sull’isola di Pico questa barbara attività è stata convertita in un’attività economicamente, ecologicamente ed eticamente più sostenibile: l’osservazione dei cetacei in mare aperto (Whale Watching), diffusa poi anche alle isole di São Miguel e Faial. Alcuni ex balenieri sono diventati, oggi, i più strenui difensori di queste specie marine: dalle loro torrette a terra avvisano le società di Whale Watching, a cui il ministero ha fornito lo speciale permesso per operare sulle isole, sulla presenza dei cetacei e sulla loro posizione e vigilano affinché le spedizioni non arrechino disturbo agli animali. Un esempio di riconversione che altri Paesi nel mondo, dove la caccia è ancora permessa per scopi pseudo “scientifici” ma di fatto puramente economici, dovrebbero seguire!
L’incontro nel loro habitat naturale con balene e delfini è una delle esperienze più incredibili che si possano vivere, ma a Pico è possibile anche immergersi nell’oceano insieme ai delfini, fare immersioni con gli squali, vedere tartarughe marine, marlin o altri pesci, e praticare Bird Watching. Durante le uscite di Whale Watching l’uccello marino che più facilmente si può avvistare, oltre al gabbiano, è la Berta maggiore che trascorre la maggior parte della giornata in mare e torna sulla terra ferma solo a tarda sera: ed è di notte che è possibile ascoltare il suo incredibile richiamo, che, mescolato allo sciabordio delle onde, evoca il canto delle sirene di omerica memoria.
Ogni uscita in mare aperto è preceduta da un briefing per far conoscere ai turisti i comportamenti corretti da tenere e le abitudini dei cetacei e questo permette lo sviluppo di un turismo più consapevole. Alcuni operatori di Whale Watching, inoltre, come ad esempio la Cetacean Watching Lda (CW Azores) di Pico, affiancano alla promozione del turismo consapevole anche attività di ricerca per la conservazione della cetofauna locale e offrono stage a studenti di scienze biologiche o naturali.
Incontrare gli animali in libertà permette di imparare a rispettarli; ecco cosa può insegnare una vacanza alle Azzorre.
Natascia Gamba
CETACEI A PICO
DA INIZIO MARZO A META' MAGGIO
La stagione inizia a marzo, con il passaggio delle grandi balene migratorie. Tra di esse la Balenottera azzurra, l'animale più grande che abbia mai abitato il nostro pianeta!
Oltre alle balenottere, certo l'incontro con il Capodoglio e con molte specie di delfini.
DA METÀ MAGGIO A FINE GIUGNO
Il sovrano incontrastato è il Capodoglio, che si immerge a profondità abissali per cacciare i calamari, tra cui il leggendario calamaro gigante. Anche se con frequenza minore, si possono incontrare le balenottere.
Verso fine giugno, arrivano a Pico con i loro piccoli le Stenelle maculate atlantiche, delfini particolarmente noti per socievolezza e giocosità! Con loro sono cinque le specie di delfini con cui è consentito nuotare. Le altre 4 sono il Tursiope, il Delfino comune, la Stenella striata e il Grampo.
LUGLIO E AGOSTO
Le femmine di Capodoglio danno alla luce i piccoli che, alla nascita, sono lunghi "appena" 4 metri! Anche i delfini hanno i piccoli. Proprio in questo periodo alcuni dei cetacei meno conosciuti raggiungono le isole: sono i misteriosi Zifidi!
SETTEMBRE E OTTOBRE
Gli avvistamenti dei Capodogli sono sempre all'ordine del giorno. Tutti i delfini sono ancora presenti e la temperatura dell'acqua è ancora vicina ai suoi valori m***mi. È l'occasione per chi ama la tranquillità e preferisce evitare di andare in vacanza nel periodo di punta.
Alessia e Moreno
Martedì, 13 Maggio 2014 07:36
Bellissima avventura! Grazie Ursy! L'isola di Pico è bellissima nella sua naturalezza, e le persone straordinarie nella loro semplicità: un ritorno al passato! Magnifiche presenze marine ci hanno tolto il fiato..., e fatto sognare... esperienza grandiosa e privilegiata. Noi torniamo di certo!!
silvia
Lunedì, 29 Luglio 2013 13:34
bellissima esperienza, sono rimasta affascinata da queste isole , io e la mia famiglia ci siamo divertiti molto
Cris
Mercoledì, 05 Dicembre 2012 08:07
Ho visto le foto...che magia questo mondo! Lascia che Nicolò cresca e arriveremo anche noi, con tanto di braccialetto ai polsi
un bacione e grazie a te per la bella serata!!!!

Cinzia
Giovedì, 04 Ottobre 2012 20:46
ECCOMI..... CE L'HO FATTA EH... RITORNO DA UN'ALTRA AVVENTURA ALLE AZZORRE.... STAVOLTA MI SONO CONCENTRATA ANCHE SU UN'ALTRA ISOLA...FAJAL...BE' CHE DIRE..CHE BELLE STE AZZORRE...OGNI ISOLA HA IL SUO FASCINO...E LA PROX VOLTA DECISO..SE NE VEDONO ALTRE ...MA POI CHE FAI..ALLA FINE TORNI SEMPRE A PICO..PERCHE' NON PUOI NON ANDARE A CONDIVIDERE QUELLA MERAVIGLIA CON LE PERSONE CHE SONO GIA' LA..AD ASPETTARTI... E NON PUOI NON ANDARE DAI TUOI FANTASTICI DELFINI E CAPODOGLI....CMQ HO PENSATO UNA COSA...LE AZZORRE UNA VOLTA ALL'ANNO...TOLGONO IL MEDICO DI TORNO..ANCHE SOLO UNA SETTIMANA..MA DEVI FARLO!!!
ALLORA A PRESTO URSY...A PRESTO AZZORRE...

Elena Fogazzaro
Giovedì, 04 Ottobre 2012 13:26
Ciao a tutti. Ero in viaggio con Roberta e Cinzia e non posso che condividere quanto scritto da loro.
Aggiungo che è sicuramente una vacanza stupenda per chi ama la natura, per chi cerca un modo per tornare in pace con se stesso e soprattutto per chi come me predilige destinazioni inconsuete e fuori dai circuiti turistici massificati.
Ursy è la persona migliore a cui affidarsi per apprezzare pienamente questo angolo di mondo.
Elena
Aggiungo che è sicuramente una vacanza stupenda per chi ama la natura, per chi cerca un modo per tornare in pace con se stesso e soprattutto per chi come me predilige destinazioni inconsuete e fuori dai circuiti turistici massificati.
Ursy è la persona migliore a cui affidarsi per apprezzare pienamente questo angolo di mondo.
Elena
centromeiling
Mercoledì, 20 Giugno 2012 13:19
Azzorre: da dove arriva l’anticiclone
“Azzorre, da dove arriva l’anticiclone”. Era questo il titolo di una conferenza di una serata di ottobre a Lamone organizzata da un gruppo di amici ecologisti del centromeilig.ch. Lo scopo far conoscere queste isole che si trovano esattamente a metà strada tra l’Europa e gli Stati Uniti, fanno parte del Portogallo, sono poco conosciute dai turisti ma conosciutissime per il loro “anticiclone” che ci porta sempre il bel tempo. E le sorprese non sono mancate. Prima di tutto i due protagonisti: Enrico Villa, lo storico appassionato di cetacei residente nell’Isola di Pico e titolare della CetaceanWatchin Lda e Ursula Moghini la sua rappresentante in Ticino. Tante informazioni e tante fotografie. Tutte stupende. Ma irresistibile è stata l’emozione e la decisione: dovevo andare a vedere sul posto. E cosi nella tarda primavera eccomi su un volo della compagnia aerea portoghese e dopo uno scalo a Lisbona finalmente arrivo all’aereoporto dell’Isola di Pico. Siamo tre ticinesi e siamo ricevuti da Davide e dal suo team composto da parenti e diversi giovani europei. Il primo impatto è favorevole. Isola piccola, strade poco trafficate, pochissimi turisti. Attività: uscite con un gommone di 12 posti per l’osservazione dei cetacei (balene e delfini) e passeggiate lungo le coste frastagliate del mare oppure arrampicandosi sul vulcano Pico alto 2351 metri. L’Isola di Pico è, come tutte le Azzorre, protetta da leggi speciali che delimitano la costruzione di insediamenti turistici e preservano la natura. Anche il “whalewatching” è limitato a sole 4 organizzazioni per non disturbare il passaggio delle balene o la vita dei delfini. Fino al 1982 la caccia alle balene era permessa. La preda era il capodoglio, unico mammifero marino che da morto non sprofonda. Conosciuto da tutti nel film Moby Dik. Lungo fino a 18 metri può pesare 80 tonnellate. Resta in superficie 15-20 minuti poi si immerge fino a 600-800 metri per mangiare calamari. Era catturato solo per il suo prezioso olio e per la grande riserva di grasso. Oggi è una delle “prede” più belle per i fotografi quando si immerge e si riesce a “catturare” la sua grande coda. Ramon, un indigeno settantenne, fino al 1982 segnalava da una torretta la presenza dei capidogli poi partecipava alla caccia con i suoi amici. Adesso si è riciclato. E’ sempre sulla torretta e con il suo vecchio ma infallibile cannocchiale segnala la presenza di balene e delfini alle barche degli appassionati di emozioni e di fotografie che guidati da esperti skipper arrivano velocemente sul posto. Mai troppo vicino però perché i cetacei sono buoni ma non devono essere disturbati. A parte i delfini che quelli vengono loro a giocare intorno alla barca. Cosa abbiamo potuto osservare durante le nostre uscite. Una balenottera azzurra di ca. 20 metri (alcuni esemplari arrivano a 30 metri e possono pesare 130.00 kg / un elefante pesa 5.000 kg!), 6 capodogli di vari grandezza (massimo 15 m.) con 1 piccolino, 2 balenottere comuni di ca. 15 metri. Per quel che concerne i delfini il delfino comune (con la pancia bianco-gialla) ha sempre scorrazzato con noi, il Tursiope che tutti conosciamo perché normalmente lo si vede nei film (Flipper) o negli acquari in mare libero non è molto giocherellone e non si avvicina troppo alle barche (e forse fa bene), poi c’è il Grampo un grosso delfino con il muso piatto molto bello da vedere in libertà ed infine i delfini Stenella che rincorrono la barca con stupendi tuffi. Emozioni allo stato puro. Ed infine ci si imbatte anche in tartarughe marine e in grandissime e colorate meduse. Ma Pico non è solo mare, anzi. Le vigne sono Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Protette da bassi muri di pietra vulcanica a secco le viti producono dei vini stupendi. Il più conosciuto è il bianco Verdelho ma ottimi sono anche Arinto e Terrantez. Noi abbiamo trovato anche un piccolo produttore che ci ha servito un Merlot Cabernet-Sauvignon da favola. E la cucina? Non solo pesce. Anzi. La pesca è difficoltosa. Il mare scende subito a picco. Il tonno viene pescato ancora a canna. Per il resto l’offerta di pesce è buona ma limitata. Il “caldo de pescado” è un piatto da assolutamente assaggiare. Si potrebbe dire una zuppa di pesce presentata in una zuppiera di terracotta. Servito a parte il pane all’aglio, una vinagrette all’aceto e un tazza di brodo bollente. Ma se ci si inoltra sulle pendici del vulcano camminate per ore tra allevamenti di bestiame. La razza locale è la “Ramo Grande”, buoi immensi di un colore rosso intenso. E cosi diversi sono i ristoranti che offrono come antipasto il formaggio (sempre freschissimo) e carne allo spiedo. Davvero una bella esperienza in un’isola ancora molto selvaggia e per fortuna non invasa dal turismo.
Daniele Bigger
“Azzorre, da dove arriva l’anticiclone”. Era questo il titolo di una conferenza di una serata di ottobre a Lamone organizzata da un gruppo di amici ecologisti del centromeilig.ch. Lo scopo far conoscere queste isole che si trovano esattamente a metà strada tra l’Europa e gli Stati Uniti, fanno parte del Portogallo, sono poco conosciute dai turisti ma conosciutissime per il loro “anticiclone” che ci porta sempre il bel tempo. E le sorprese non sono mancate. Prima di tutto i due protagonisti: Enrico Villa, lo storico appassionato di cetacei residente nell’Isola di Pico e titolare della CetaceanWatchin Lda e Ursula Moghini la sua rappresentante in Ticino. Tante informazioni e tante fotografie. Tutte stupende. Ma irresistibile è stata l’emozione e la decisione: dovevo andare a vedere sul posto. E cosi nella tarda primavera eccomi su un volo della compagnia aerea portoghese e dopo uno scalo a Lisbona finalmente arrivo all’aereoporto dell’Isola di Pico. Siamo tre ticinesi e siamo ricevuti da Davide e dal suo team composto da parenti e diversi giovani europei. Il primo impatto è favorevole. Isola piccola, strade poco trafficate, pochissimi turisti. Attività: uscite con un gommone di 12 posti per l’osservazione dei cetacei (balene e delfini) e passeggiate lungo le coste frastagliate del mare oppure arrampicandosi sul vulcano Pico alto 2351 metri. L’Isola di Pico è, come tutte le Azzorre, protetta da leggi speciali che delimitano la costruzione di insediamenti turistici e preservano la natura. Anche il “whalewatching” è limitato a sole 4 organizzazioni per non disturbare il passaggio delle balene o la vita dei delfini. Fino al 1982 la caccia alle balene era permessa. La preda era il capodoglio, unico mammifero marino che da morto non sprofonda. Conosciuto da tutti nel film Moby Dik. Lungo fino a 18 metri può pesare 80 tonnellate. Resta in superficie 15-20 minuti poi si immerge fino a 600-800 metri per mangiare calamari. Era catturato solo per il suo prezioso olio e per la grande riserva di grasso. Oggi è una delle “prede” più belle per i fotografi quando si immerge e si riesce a “catturare” la sua grande coda. Ramon, un indigeno settantenne, fino al 1982 segnalava da una torretta la presenza dei capidogli poi partecipava alla caccia con i suoi amici. Adesso si è riciclato. E’ sempre sulla torretta e con il suo vecchio ma infallibile cannocchiale segnala la presenza di balene e delfini alle barche degli appassionati di emozioni e di fotografie che guidati da esperti skipper arrivano velocemente sul posto. Mai troppo vicino però perché i cetacei sono buoni ma non devono essere disturbati. A parte i delfini che quelli vengono loro a giocare intorno alla barca. Cosa abbiamo potuto osservare durante le nostre uscite. Una balenottera azzurra di ca. 20 metri (alcuni esemplari arrivano a 30 metri e possono pesare 130.00 kg / un elefante pesa 5.000 kg!), 6 capodogli di vari grandezza (massimo 15 m.) con 1 piccolino, 2 balenottere comuni di ca. 15 metri. Per quel che concerne i delfini il delfino comune (con la pancia bianco-gialla) ha sempre scorrazzato con noi, il Tursiope che tutti conosciamo perché normalmente lo si vede nei film (Flipper) o negli acquari in mare libero non è molto giocherellone e non si avvicina troppo alle barche (e forse fa bene), poi c’è il Grampo un grosso delfino con il muso piatto molto bello da vedere in libertà ed infine i delfini Stenella che rincorrono la barca con stupendi tuffi. Emozioni allo stato puro. Ed infine ci si imbatte anche in tartarughe marine e in grandissime e colorate meduse. Ma Pico non è solo mare, anzi. Le vigne sono Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Protette da bassi muri di pietra vulcanica a secco le viti producono dei vini stupendi. Il più conosciuto è il bianco Verdelho ma ottimi sono anche Arinto e Terrantez. Noi abbiamo trovato anche un piccolo produttore che ci ha servito un Merlot Cabernet-Sauvignon da favola. E la cucina? Non solo pesce. Anzi. La pesca è difficoltosa. Il mare scende subito a picco. Il tonno viene pescato ancora a canna. Per il resto l’offerta di pesce è buona ma limitata. Il “caldo de pescado” è un piatto da assolutamente assaggiare. Si potrebbe dire una zuppa di pesce presentata in una zuppiera di terracotta. Servito a parte il pane all’aglio, una vinagrette all’aceto e un tazza di brodo bollente. Ma se ci si inoltra sulle pendici del vulcano camminate per ore tra allevamenti di bestiame. La razza locale è la “Ramo Grande”, buoi immensi di un colore rosso intenso. E cosi diversi sono i ristoranti che offrono come antipasto il formaggio (sempre freschissimo) e carne allo spiedo. Davvero una bella esperienza in un’isola ancora molto selvaggia e per fortuna non invasa dal turismo.
Daniele Bigger
Daniele Bigger
Mercoledì, 23 Maggio 2012 08:42
Azzorre. Un puntino nell'Atlantico sconosciuto a tutti. Poi però la scoperta che lì in quelle isole ci sono delle persone stupende che vivono con e per i cetacei. La mia grande curiosità di conoscere questo mondo. Ed è subito stato molto bello. L'isola di Pico così selvaggia ma ricca di pennellate di natura incontaminata. Il mare di un colore blu intenso dove si immaginano grandi profondità. Il CetaceanWatching che ti permette di conoscere animali finora visti solo in TV o in gabbia. Il Capodoglio con la sua coda, la balenottera azzurra, il delfino comune, il delfino Tursiope e tanti altri. Foto sì ma soprattutto tante tantissime emozioni che non possone neppure essere scritte. Un grazie va peò a Ursy ma anche a tutti gli altri amici della prima e seconda settimana. Di tutti potevo essere il papà, ne sarei stato orgoglioso perchè erano tutte persone stupende.javascript:gb_smilie('
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.... Grazie ragazzi per i vostri meravigliosi commenti...
siete fantastici....


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